Chi è Stato?

Pochi giorni fa la Casetta Rossa della Garbatella a Roma ha ospitato una singolare presentazione del libro di Emilio Barbarani dal titolo Chi ha ucciso Lumi Videla? Con la partecipazione, intensa e cordiale di Erri De Luca. E’ stato un incontro denso, doloroso e piacevole allo stesso tempo, in cui abbiamo potuto riflettere con una giusta distanza e con maggiore lucidità sugli anni in cui il mondo era diviso in due, ma, oltre ad essere diviso fra est ed ovest era anche in gioco fra testa e croce, capitalismo e socialismo reale, piatto come una moneta. In questo quadro qualsiasi angolo remoto poteva diventare strategico… così si è espresso Erri De Luca per introdurre il tema del libro, un fatto meno noto di quello di Enrico Calamai presso l’Ambasciata italiana di Buenos Aires, ma altrettanto importante.

Il luogo in cui si svolgono i fatti di questa autobiografia scritta come un romanzo è l’Ambasciata italiana di Santiago del Cile. Un giovane Barbarani, funzionario del Consolato generale d’Italia a Buenos Aires, viene trasferito d’urgenza all’Ambasciata a Santiago del Cile in cui risiede un unico Diplomatico: l’ambasciatore Tomaso de Vergottini, non accreditato, assistito dal personale dipendente, la cui metà non parla e non collabora con l’altra metà per motivi politici: “pinochetisti” contro “antipinochetisti”. Com’è noto, in quel momento per cercare di salvarsi la vita migliaia di persone affollano le ambasciate estere. Poi, progressivamente i golpisti consolidano il loro potere e le ambasciate cominciano a non accoglierli, tutte tranne quella italiana. L’Italia non ha mai riconosciuto il governo capeggiato da Augusto Pinochet, quindi i diplomatici non potevano essere accreditati, l’ambasciata risulta addirittura chiusa, nonostante ciò fino al 1975 continuerà ad accogliere i richiedenti asilo.

Nella notte tra il 4 e il 5 novembre 1974, il corpo di una donna di 24 anni viene scaricato nel giardino della villa di Miguel Claro, in cui sono già rifugiate centinaia di persone in fuga dal regime. Sono trascorsi circa 14 mesi dal Golpe militare di Pinochet. La donna viene riconosciuta: è il corpo senza vita di Lumi Videla, dirigente del Mir. Pochi giorni dopo i giornali come El Mercurio si affrettano ad aderire alla versione ufficiale che dell’accaduto danno i militari: durante un’orgia a cui partecipavano i richiedenti asilo all’interno dell’Ambasciata, Lumi è stata portata alla morte. Una tesi sfatata subito dall’assenza della stessa dalle liste dei richiedenti asilo.

In un clima inquietante fatto di spie, armi, amori e delatori continua il racconto di Barbarani, che curiosamente non ha avuto grande eco in Cile, qualcuno dice perché un tal colonnello “K” non ha mai ricevuto condanne e vive indisturbato a Santiago. Tuttora. Come nulla fosse…

Gli ARCHIVI DEL CARDINALE

In questi giorni sul canale TVN,  Televisión Nacional de Chile, una serie televisiva sta scuotendo le coscienze dell’opinione pubblica. Si tratta de Los archivos del Cardenal, basata sul lavoro di difesa dei diritti umani realizzato dalla Vicaría de la Solidaridad durante il Régime Militare chileno (1973-1990). Il Cardinale in questione è l’ex Arcivescovo di Santiago, l’ormai deceduto Raúl Silva Henríquez, che celebrò un famoso Te Deum in onore di Pinochet qualche giorno dopo il golpe dell’11 settembre ’73, in forte contrasto con la Unidad popular di Salvador Allende, ma poi si convertì in un autentico nemico della dittatura in difesa dei diritti umani. La serie, interpretata da attori cileni molto famosi, si basa su fatti accaduti fra il ’73 ed il ’90. Il soggetto originale è di Josefina Fernández, figlia di un avvocato esterno della Vicaria de solidaridad che, leggendo il libro di testimonianze Chile, la memoria proibida scritto da Eugenio Ahumada, Augusto Góngora e Rodrigo Atria e pubblicato ancor prima del Informe Rettig, si rese conto che le testimonianze potevano efficacemente convertirsi in episodi di una serie. In effetti fin dal primo episodio ha registrato un enorme successo di pubblico e innescato diverse polemiche da parte della destra.

La serie racconta la storia dell’avvocato Ramón Sarmiento e dell’assistente sociale Laura Pedregal, che lavorano alla Vicaría de la Solidaridad, organismo fondato dallo stesso Cardinale che aveva come missione la difesa dei diritti umani. Gli assistenti sociali avevano il compito di ricevere i perseguitati politici ed i loro familiari, in special modo quelli dei desaparecidos. In seguito gli avvocati dovevano intraprendere azioni legali attraverso i recursos de amparo, Istituti di protezione dei diritti fondamentali tipici degli ordinamenti dell’America Latina che affidano alla Corte Suprema la tutela in ultima istanza dei diritti pubblici costituzionalmente garantiti su ricorso di qualunque persona fisica o giuridica che invochi un legittimo interesse, al fine di proteggere le vittime.

La prima puntata parte con Ramón Sarmiento, avvocato e membro di una familia altolocata che, indagando sull’apparizione di resti umani in una fattoria vicina alla sua proprietà, conosce  Laura Pedregal che lavora alla Vicaría insieme a suo padre. Quando cercano di mettersi in contatto con Sarmiento Laura ed il suo fidanzato vengono arrestati dagli agenti della CNI ma riescono a fuggire. Sarmiento intanto riesce a rintracciare la fotografia di un suo amico d’infanzia e, grazie ad essa, scopre con orrore che si tratta di uno dei cadaveri della fossa. La sua morte è stata occultata da un amico comune divenuto carabiniere, a questo punto l’avvocato inizia a prendere coscienza di ciò che sta accadendo nel paese. 

Nella seconda puntata il professor Rafael Rios viene arrestato da agenti della CNI e torturato crudelmente, Sarmiento informa la Vicaria e si reca con Laura Pedregal a casa del professore. La casa è completamente nel caos e vi si trova un’amica del professore, incinta, che viene prontamente portata al sicuro dai due al fine di evitarne l’arresto. Sarmiento ed il padre di Laura corrono in tribunale a presentare un recurso de amparo per il professore.

Vari esponenti del partito Renovación Nacional hanno espresso il loro malcontento nei confronti di TVN durante le sessioni parlamentari intercorse in questi giorni a La Moneda, a questi ha risposto il deputato PPD, Tucapel Jiménez Fuentes, figlio di un sindacalista ucciso dagli agenti di Pinochet:

Un paese senza memoria non ha futuro, oggi alzano la voce coloro che rimasero in silenzio quando nel nostro paese si commettevano i crimini più atroci, giustificando in qualsiasi modo le violazioni dei diritti umani che venivano commesse quando loro stessi facevano parte della dittatura…

 

http://www.vicariadelasolidaridad.cl/

Beati voi

Durante il periodo del Plan Condor vi fu un motivo di attrito tra Argentina e Cile dovuto al possesso di tre isole nel Canale di Beagle: nel 1977 l’Argentina rifiutò l’arbitrio del Regno Unito che le aveva assegnate al Cile. Alla fine del 1978 i due paesi  furono sul punto di aprire un conflitto armato evitato grazie all’intervento di Papa Giovanni Paolo II, che iniziò un processo di mediazione e nominò come suo rappresentante il cardinale Antonio Samoré. Il Papa visitò poi il Cile nell’aprile 1987, l’allora nunzio apostolico nel Paese Angelo Sodano promosse con forza quell’incontro. Il Papa si affacciò al balcone della Moneda con il generale e impartì una benedizione ai funzionari del governo. Il 18 febbraio del 1993 furono recapitate al criminale Pinochet due lettere di auguri da parte del papa Wojtyła e del Segretario di Stato Angelo Sodano in occasione della ricorrenza delle sue nozze d’oro.