La Fiesta del Chivo

Per festeggiare gli 82 anni di Tomas Milian, i responsabili del sito tomasmilian.it presentano un interpretazione inedita a molti, quella del cattivissimo dittatore dominicano Trujillo, nello splendido film “La Fiesta del Chivo” (2005). Inspiegabilmente mai distribuito in Italia il film, di produzione spagnola, verrà presentato in versione originale inglese con sottotitoli in italiano creati per l’occasione dallo staff del sito. Martedì 3 marzo al cineclub Detour ore 20.30.

info evento —> www.facebook.com/events/446870395460087

 

LA FIESTA DEL CHIVO

(The Feast of the Goat)

di Luis Llosa (UK/Spa./Rep. Dom., 2005, 120’, Eng. vers. sott. ita.)

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Tratto dal romanzo best-seller di Mario Vargas Llosa e tradotto per lo schermo dal cugino Luis Llosa, apprezzato regista di action movies. Urania Cabral, avvocato di Manhattan torna dopo 30 anni nella República Dominicana per affrontare i suoi fantasmi e le terrificanti circostanze che hanno alterato per sempre la sua vita durante la sua adolescenza, quando Rafael Leónidas Trujillo aka El Chivo (La Capra) governava il paese con il suo pugno di ferro. Dopo che Urania avrà affrontato il suo passato, nulla nella sua vita sarà più come prima. Grande cast internazionale con Isabella Rossellini nella parte di Urania, Tomas Milian in quella del dittatore Trujillo e Paul Freeman nei panni di Agustín Cabral.

Cinema brasiliano a Firenze

brasil-img_{190784a9-a024-4671-b22b-b37834aad376}Quelli della compagnia di Fondazione Sistema Toscana e Cinema do Brasil presentano:
Brasil: seleção de cinema – il meglio del cinema brasiliano contemporaneo per la prima volta presso il Cinema Odeon Firenze
Molti gli ospiti presenti al festival, un’occasione unica per conoscere da vicino i protagonisti di una cinematografia in continua evoluzione.

GIOVEDì 13 FEBBRAIO OPENING FILM
ore 20.30
Serra Pelada di Heitor Dhalia (Brasile 2013 – 100′)
Sarà presente l’attore Juliano Cazarré

INGRESSO
Singolo spettacolo: 5€
Biglietto giornaliero: 8€
Abbonamento intera rassegna: 20€

Tranne dove diversamente indicato tutti i film sono in versione originale in lingua portoghese con sottotitoli in italiano.

Il festival è organizzato con il patrocinio dell’Ambasciata del Brasile e in collaborazione con l’Osservatorio per l’Arte Contemporanee dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con COSPE e con l’Istituto IBRA..

INFO E PROGRAMMA:
www.quellidellacompagnia.it

info@quellidellacompagnia.it

I libri tra le nuvole

libynubDai burocrati di quelle parti viene chiamata “pobreza paupérrima“, più che una definizione sembra un’enfatizzazione scherzosa…invece vuole identificare coloro che mangiano una sola volta al giorno, quasi sempre ciò che produce un piccolo appezzamento di terra da loro stessi coltivato. Siamo nella parte nord del Perù, provincia di Cajamarca. Da quelle parti si produce moltissima lenticchia, poi caffè, riso, fagioli, soia e mais, ma i contadini non vengono pagati adeguatamente per i prodotti della loro terra. Circa l’ottanta per cento della popolazione soffre in qualche modo la fame ed il 65% dei bambini è denutrito, in alcuni luoghi si arriva al 20% di analfabetismo; il tutto in una zona che vanta le miniere d’oro tra le più ricche del continente.

Su quei monti ostili e splendidi qualcuno da oltre 40 anni compie un rituale relativamente nuovo che però sa di profonda antichità: la bibliotecaria cammina per portare i libri. Non esiste un luogo fisico chiamato biblioteca, non esistono bibliotecari che catalogano dietro la scrivania ed attendono i lettori. Preparano il loro pacco di libri, lo zaino e si mettono in marcia, sono attivi anziché passivi. Nel frattempo nella provincia vicina un’altro bibliotecario fa la stessa cosa prendendo il cammino inverso, le piccole comunità si scambiano i libri che hanno. Un gesto potente e poetico che acquisisce una forza straordinaria nella reiterazione costante. Questa rete di gesti, azioni e persone prende il nome di Red de bibliotecas rurales de Cajamarca.

Quella servita dalla rete è una comunità rurale e molto spesso i bibliotecari camminatori sono essi stessi contadini, gli obiettivi di questo servizio sono il riconoscimento ed il mantenimento della cultura comunitaria, lo scambio di informazioni tramite i libri, la produzione di materiale bibliografico che scaturisce dalla conoscenza della popolazione, la promozione della formazione di gruppi di lettura, il riconoscimento dei saperi tradizionali e l’appoggio alle attività culturali delle comunità contadine appartenenti alla rete.

Un giorno un regista italiano coglie l’aspetto intensamente poetico e resistente di questa pratica e lo trasforma in un documentario che è un inno alla lettura ed agli abitanti di quei luoghi. In effetti è un regista un po’ particolare: Pier Paolo Giarolo nasce a Comodoro Rivadavia, in Argentina, nel 1970. Ha un diploma di pianoforte al Conservatorio di Vicenza, nel 2006 ottiene la licenza per l’esercizio di Cinemambulante e crea la Outroad cine production, che definisce così: Outroad è una società di produzione. Ha sede in un furgone che si chiama sultappetovolante. Outroad e sultappetovolante pagano le tasse e rispettano i limiti di velocità. Di solito parcheggiamo di fronte al mare a patto che non ci sia tanta gente. Outroad è una società di produzione che usa il pannello solare, fa la raccolta differenziata, diventa un’officina durante le riprese, si trasforma in cinemambulante quando bisogna far cassa. E poi nel furgone ci sono una biblioteca, un pianoforte, una stufa a legna e tanti film da studiare.

Mi pare evidente che l’amore per i libri ed il bisogno di muoversi di Giarolo siano entrati perfettamente in risonanza con il progetto della Red de bibliotecas rurales, ed è forse per questo che il film, che si intitola Libros y nubes, è molto riuscito ed ha vinto il premio Genziana d’argento al 61° Trento film festival. Ora, come al solito, bisogna solo sperare che venga ben distribuito.

Festival cinema ambiente e diritti umani in America Latina

oscarnyemeyer-622x414Si è conclusa il 14 dicembre a Roma la terza edizione del Festival che quest’anno ha voluto rendere omaggio al grande architetto brasiliano Oscar Niemeyer, morto il 5 dicembre scorso all’età di 104 anni. Il regista Andrea Bezziccheri ha presentato il suo documentario Oscar Niemeyer – L’Architettura e’ nuda.

In Italia ha suscitato molto scalpore il suo progetto per la costruzione dell’auditorium di Ravello inaugurato a gennaio 2010.

 

A Cannes si dice NO

Inaspettato successo del film No del chileno Pablo Larrain, quello di Tony Manero e Postmortem. Tutti dicono che è stato uno dei capolavori del festival di Cannes di quest’anno, forse il migliore però ha vinto solo (si fa per dire) la sezione Quinzaine des Réalisateurs, che assicura un’ottima distribuzione al film. Gael Garcìa Bernal interpreta un pubblicitario che con una campagna mirata e ben confezionata riesce a rovesciare il regime di Pinochet in occasione del referendum del 1988, in cui alla fine il dittatore perse la possibilità di  restare in carica fino al 1997.

La sceneggiatura è firmata da Pedro Peirano ed il film è interamente girato con videocamere Ikegami del 1983 per rendere l’estetica delle immagini originali di quegli anni. Il regista intervistato sul successo riscosso dal film dichiara che
probabilmente è anche merito della particolare fase politica che buona parte del mondo  sta attraversando: magari non contro una dittatura, ma le proteste spagnole, arabe, chilene sono comunque una forma collettiva di associazione ed espressione per produrre cambiamenti  rilevanti nella società.
Il festival ha ospitato diversi film latinoamericani: l’uruguaiano Pablo Stoll con la commedia  familiare “3”, la messicana Yulene Olaizola con “Fogo” e il colombiano William Vega con “La sirga”,  sulle vittime di violenza nelle zone rurali in Colombia. Poi “Infancia clandestina” dell’argentino  Benjamín Avila, e “La noche de enfrente” del regista franco-chileno Raúl Ruiz, morto nel 2011.

Festival del cinema latinoamericano

Si è da poco conclusa la 24ma edizione del Festival del cinema latinoamericano di Trieste. Cocordo con questa affermazione:

L’unica speranza è che le istituzioni capiscano in tempo che la velocità dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo obbligano ad una lettura del mondo in sintonia con tale velocità. Con paesi le cui economie crescono continuamente e che si sono trasformate in poco tempo in mercati più che interessanti, la logica si è invertita: oggi è l’Italia che desidera stabilire nuove e stabili relazioni economiche con l’America Latina. La cultura in questo caso, in quanto efficace strumento di avvicinamento e di comprensione, è al giorno d’oggi fondamentale. E il Festival del Cinema Latino Americano lo può constatare ogni giorno.

Rodrigo Diaz – Direttore del Festival

http://www.cinelatinotrieste.org/fest2011/festival_cinema_latino_trieste.php

AMERICA LATINA A CANNES

Tre sono i film latinoamericani in concorso al 64° Festival Internazionale del Cinema di Cannes, naturalmente è altamente probabile che non li vedremo mai, se non mettendoci sulle loro tracce in sparuti circuiti “alternativi” oppure grazie a qualche piccolo festival dedicato:

Porfirio del colombiano Alejandro Landes: il suo primo lungometraggio di fiction dopo il successo del documentario Cocalero che trattava l’ascesa al potere di Evo Morales.  E’ la storia di un aviatore pirata disabile, molto noto in Colombia, che reclamava giustizia allo stato. Tatto e realismo sono le caratteristiche del film, il personaggio diviene incarnazione del paese stesso: violenza, ingiustizia, paralisi dello Stato.

 Las acacias dell’argentino Pablo Giorgelli: opera prima, un road movie sull’incontro fra un camionista argentino ed una donna paraguayana in viaggio verso Buenos Aires alla ricerca di lavoro con la figlia neonata.

Miss bala del messicano Gerardo Naranjo: è la storia di Laura Zuñiga ovvero Miss Sinaloa 2008 senza nemmeno essersi iscritta al concorso, grazie all’intervento della mafia legata al narcotraffico locale, il film è prodotto da Gael García Bernal.

Lodo Jodo

Alejandro Jodorowsky è un poliedrico artista cileno che vive a Parigi dal 1953. Fu uno dei fondatori del movimento di teatro Panico ed allievo e stretto collaboratore di Marcel Marceau. La notorietà di Jodorowsky si è consolidata negli anni ’70 con la regia cinematografica di film quali Il paese incantato, dall’omonima opera per il teatro di Fernando Arrabal, ed El Topo, che lo rivelò al pubblico internazionale. Jodorowsky collaborò intensamente anche con Moebius, sceneggiando i suoi fumetti fino a tutta la prima metà degli anni ottanta e producendo assieme a lui alcune fra le più belle strisce dell’importante rivista francese Métal Hurlant. Dagli anni ’90 si dedica alla scrittura: tra le produzioni letterarie recenti abbiamo il romanzo Albina o il popolo dei cani, La via dei tarocchi e La danza della realtà. In quasi tutti i libri viene esplorato il rapporto esoterico che lega l’uomo alla divinità. Jodorowsky, grande ammiratore di André Breton, negli anni 60 entra in contatto con una guaritrice messicana, Paquita, vedendo in lei un modo di agire analogo a quello surrealista: i metodi che Paquita utilizza per guarire i suoi “pazienti” non hanno nessun valore dal punto di vista della medicina canonica, ma la forza di suggestione che li pervade è tale da portare spesso il “paziente” a reagire, a intraprendere egli stesso la strada per una guarigione, oppure invece verso l’accettazione serena della malattia. Profondamente affascinato da un metodo di cura così aleatorio eppure così psicologicamente efficace, elabora una forma d’arte che abbia come fine la guarigione e la chiama Psicomagia. Egli propone all’interlocutore un gesto da realizzare in apparenza privo di logica, quello che chiama “gesto poetico”, in realtà con un dirompente impatto emotivo, che lo porterà a vedere e percepire la propria realtà da un punto di vista diverso e inconsueto. L’interlocutore, realizzando il gesto proposto dallo psicomago, spezza la quotidianità delle proprie problematiche e del suo personale vissuto, per arrivare a una nuova percezione del problema. Ne La danza della realtà Jodorowsky racconta di come si rivolse a lui e alla psicomagia per curarsi dalla depressione anche un grande attore italiano, non dice mai il nome ma è facile riconoscere Vittorio Gassman. Gassman non volle compiere il gesto psicomagico suggerito da Jodorowsky, un complesso rituale in cui doveva sgozzare un gallo sulla tomba della madre, dicendogli “ma io non posso. Io sono Gassman”. Per Jodorowsky la risposta rivelò la chiave della depressione dell’attore: il dover “portare” un nome come un’etichetta. Nel 2005, Jodorowsky celebra il matrimonio tra la rockstar Marilyn Manson, suo caro amico, e Dita Von Teese, regina del Burlesque, attualmente ha superato gli 80 anni: in ragione dell’età non incontra più nessuno privatamente e dedica tutte le energia agli stages in giro per il mondo ed alla produzione letteraria. Esistono due occasioni “tradizionali”, a Parigi, che Jodo ha lasciato a disposizione per incontrarlo in un contesto pubblico. La prima è quella di poter fare gratuitamente i Tarocchi con lui recandosi al Cafè Le Temeraire, n. 32 Avenue Daumesnil, métro Gare de Lyon; qui ogni mercoledì alle 15 circa, purché Jodo sia a Parigi o non abbia impedimenti, un numero variabile tra 20 e 25 persone può beneficiare gratuitamente della lettura delle carte lasciando un foglietto con nome e cognome in un cesto. Lui arriva e prende una manciata di biglietti, chi è fra quei nomi può beneficiare del privilegio. La seconda alternativa è assistere alle sessioni del Cabaret Mystique. Va precisato che non si tratta più delle grandi adunate di un tempo che si vedono in DVD e non capita più che durante queste performances Jodorowsky consigli atti psicomagici o faccia “indagini psicogenealogiche” a qualcuno che glielo chieda. Ora il Cabaret Mystique si è trasferito in una saletta da 70 posti circa all’interno della Libreria Les Cent Ciels al n. 12 di Avenue Jean Aicard, métro Ménilmontant. Nel 2007 è uscito per Castelvecchi Psicoposta, raccolta della corrispondenza avuta in questi anni con i lettori italiani di XL, un ottimo libro attraverso cui accostarsi con disinvoltura alla Psicomagia.