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Spettacolo #Tessuto
Oggi promuovo uno spettacolo scritto da me che sarà messo in scena ad ARTERIE, festival rassegna di ipotesi espressive nel paesino di Cantalupo in Sabina. Tratta di una immaginaria emigrata brasiliana.
Brie con gusto: il Teatro de los Andes
Il Teatro de los Andes nasce in Bolivia nell’Agosto de 1991, su impulso dell’attore Cesar Brie. Si trova a Yotala, vicino Sucre, ed è un teatro-fattoria dove si preparano e presentano spettacoli, si ospitano artisti, si realizzano incontri e laboratori. L’obiettivo di questa esperienza è formare un attore nel senso etimologico del termine: che fa, che crea. Per questo gli attori si sottopongono ad un allenamento quotidiano dal punto di vista fisico e vocale e lavorano su forme di improvvisazione e composizione a “tornare in sé”. Lo stile è improntato sulla relazione con il pubblico che determina l’uscita del teatro dai teatri per portarlo dove si trova la gente: università, piazze, quartieri, villaggi, luoghi di lavoro, comunità: “Cercare un nuovo pubblico per il teatro e creare un nuovo teatro per questo pubblico. Il teatro è il luogo per eccellenza dove si conosce ‘l’altro’. Noi facciamo un teatro molto legato ai sentimenti del pubblico, non commerciale, che si propone al pubblico come testimone”. Sono 19 anni che ci stanno riuscendo e, ancora oggi, sono in grado lanciare alla gente messaggi importanti: la contaminazione di razze, culture, usi, le migrazioni, crearono sempre nuove forme espressive; si sono perse cose antiche, ma ciò che è sorto dall’incontro e dal miscuglio è una nuova modalità attraverso cui l’uomo di oggi si esprime, figlio della sua condizione, con la memoria aperta a ciò che è stato e la mente proiettata in avanti. Quest’uomo è il soggetto-oggetto di questo teatro.
Cesar Brie è un giramondo, un po’ per scelta professionale un po’ a causa dell’esilio forzato. Una di quelle persone che dice di essere grata all’esilio perché, sebbene sia stato molto duro, gli ha permesso di conoscere il mondo e le persone, cosa fondamentale per il suo lavoro. Dedica molto del suo tempo alla formazione di altri attori, con altre estetiche perché per lui “Il problema più grande non è formare gente che la pensa come te. Il vero problema è formare persone che abbiano le loro vedute. Gli allievi devono ‘tradire’ i maestri. Questa è l’unica forma di rispetto possibile.” No c’è dubbio che sia un grande maestro! Del suo lavoro teatrale dice: “Spero che vedendo una mia opera lo spettatore veda qualcosa di sé che lo inquieti. Io vorrei divertire e commuovere il pubblico. Vorrei riuscire a non far dormire sonni tranquilli alle persone che assistono a questi spettacoli. Vorrei che riconoscessero se stessi nelle emozioni che hanno vissuto durante la messa in scena.” Spesso Cesar Brie fa tappa in Italia, la sua “terza patria”, vale la pena non perderselo.